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Stranieri, per metà Italia minacciano le tradizioni

L’OSSERVATORIO / I pregiudizi diminuiscono tra chi ha più contatti con loro



RENATO MANNHEIMER

 
Il giudizio degli italiani sugli immigrati sembra spaccare il Paese. Una recentissima ricerca (effettuata assieme a Laura Balbo) mostra come secondo metà della popolazione, gli extracomunitari costituiscono una minaccia per la nostra cultura. Poco meno del 50% sostiene che minano seriamente le nostre tradizioni religiose. Minore, ma sempre consistente (grossomodo un terzo) è la numerosità di chi pensa che gli immigrati siano un pericolo per le tradizioni artistiche o per la qualità dell'istruzione dei figli. Naturalmente l'atteggiamento ostile è assai più diffuso se si tratta di irregolari o clandestini. Ma per metà della popolazione il giudizio critico si estende anche ai lavoratori regolari, che rappresenterebbero più un «costo per la società» che un vantaggio per l'economia del Paese. Non sempre chi esprime giudizi scettici ritiene che il fenomeno immigratorio vada completamente fermato. E' di questo parere circa un italiano su quattro «perché mantenere le nostre tradizioni è la cosa più importante». La maggioranza relativa, quasi il 40%, sembra fare buon viso a cattiva sorte, giudicandolo «un fenomeno inevitabile». Ma solo un italiano su cinque vede prevalere gli aspetti positivi, in termini di vantaggi economici o culturali per il nostro Paese.
L'orientamento negativo è dunque piuttosto diffuso. In tutti gli strati demografici e sociali. Con accentuazioni, però, tra i più anziani e tra chi possiede titoli di studio meno elevati.
Ma le opinioni più differenziate si colgono in relazione a due elementi:
a) la frequentazione. Chi dichiara di avere più contatti con immigrati assume, indipendentemente dall'orientamento politico, atteggiamenti di maggior «apertura». Ma, spesso, non ci si accorge di avere a che fare con extracomunitari. Il 72% dichiara di avere notato gli immigrati per strada, come «vu cumprà» Ma solo l'8% dice di avere visto extracomunitari come domestici. Alla richiesta da dove provenisse la loro colf, se l'avevano, molti ci hanno risposto: «ma che c'entra, lei la conosco, non è un'immigrata!». Insomma, gli atteggiamenti di «chiusura» derivano anche dalla tendenza a pensare prevalentemente come extracomunitari i più «visibili», coloro che si trovano in situazioni più evidenti e, talvolta fastidiose.
b) L'orientamento politico. L'atteggiamento ostile si trova più frequentemente tra gli elettori dei partiti di centrodestra, anche se, beninteso, è presente in misura significativa anche tra chi vota per l'opposizione. All'interno della Casa delle Libertà, l'opinione che il flusso migratorio vada subito fermato è relativamente più diffusa tra gli elettori per Forza Italia e An che tra quelli della Lega. Nel complesso, comunque, l'ampio segmento di elettori orientati negativamente nei confronti degli immigrati appare di interesse per tutte le forze politiche.
 
 
Tratto da "Il Corriere della Sera" 19 maggio 2002

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