| . . . . . . . . . . . . . |   Negli USA 4 morti
          all'ora: "Troppo facile avere una pistola"     NEW YORK - Ogni ora quattro americani vengono uccisi da
          un'arma da fuoco. Come si spiega una carneficina del genere? E' colpa
          della violenza che dilaga nella società oppure della inondazione di
          pistole, fucili, mitragliatori? Discusso da decenni, il tema torna di
          moda ogni volta che cercano di assassinare un presidente o fanno una
          strage nelle scuole. Ma a dispetto dei tentativi degli anni scorsi di
          Bill Clinton di frenare la diffusione delle armi, la legislazione
          resta quella, molto permissiva, ereditata dai pionieri del West e
          imposta dai padri fondatori della patria che inserirono nella
          costituzione il diritto per ogni uomo libero a girare armato.
 Secondo Thomas Jefferson, rappresentava una garanzia contro ogni
          tentativo totalitario. Tranne che in alcuni stati o contee - ad
          esempio nelle città di New York o Washington - la vendita di armi è
          sostanzialmente libera. I fucili sono esposti negli stands dei grandi
          magazzini. Per le pistole occorre una settimana di tempo dal momento
          dell'acquisto a quello della consegna, in attesa del nullaosta del Fbi
          previsto da una legge recente (si chiama Brady Bill, dal nome del capo
          ufficio stampa di Ronald Reagan rimasto paralizzato nella sparatoria
          contro l'ex-presidente). Ma ci sono vari modi di superare l'ostacolo,
          senza contare che per 50 dollari, 55 euro, un liceale di Los Angeles
          su quattro è in grado di comprare una pistola di contrabbando.
 
 Il primo risultato di questa libertà è che - nascosti nei cassetti,
          riposti negli armadi, conservati nelle soffitte - ci sono negli States
          240 milioni di armi da fuoco, di cui 80 milioni di pistole: una ogni
          tre americani, compresi vecchi e bambini. La Nra (National rifle
          association), ricca lobby con 4 milioni di soci, ripete che non sono
          le armi, di per sé, a uccidere, ma i criminali che le usano. E
          sostiene che la diffusione di fucili e pistole costituisce un
          deterrente per i malintenzionati. Anche perché negli States la
          legittima difesa è interpretata in modo diverso, più ampio, che in
          Italia: ad esempio non è reato se uccidi un estraneo che penetra -
          anche disarmato - a casa tua. Si calcola che ogni anno le armi vengono
          usate per legittima difesa ben 760mila volte.
 
 Secondo la Handgun control, invece, che è la lobby anti-armi vicina
          al partito democratico, il numero di omicidi è legato alla facilità
          di accesso alle armi da fuoco. "Anche a me piace cacciare",
          diceva Clinton quando era alla Casa Bianca: "Ma la società
          americana deve difendersi dagli eccessi". Un'opinione condivisa
          dalla maggioranza silenziosa degli americani: il 62 per cento, secondo
          un sondaggio di opinione, è infatti favorevole a una legislazione più
          severa.
 
 
   La Repubblica online 23 aprile 2002
 
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