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Cosa vuol dire essere pacifisti?

Francesca Fabbri

 
Cosa vuol dire essere pacifisti? Pacifista è colui che ama la pace, la promuove, la costruisce. Non esiste un pacifismo vero ed un pacifismo falso. Non esiste un pacifismo di prima classe e un pacifismo "minore". O ami la pace e ti adoperi per realizzarla, o la tua collocazione etica/morale/politica è altrove. In questi giorni si leggono molti articoli che non avendo una sostanza costruttiva si adoperano nel tentativo di distruggere. C'è chi accenna a massimi principi quali "l'etica della convinzione" e "l'etica della responsabilità", c'è chi parla in maniera spregiativa dei "pacifisti alla Gino Strada", c'è chi distingue i pacifisti veri( o assoluti, quelli dall'"inconsistenza intellettuale") dai pacifisti falsi (i meri antiamericani). I toni forti sottolineano, se mai ve ne fosse bisogno, la drammatica gravità della situazione storico-politica internazionale. L'imperatore preme da tempo per attaccare l'Iraq, un paese in ginocchio per la dittatura e per 12 anni di occidentale embargo. Le sue pressioni non hanno molto seguito nè all'interno del suo paese nè all'esterno. Hans von Sponeck, ex coordinatore umanitario Onu per l'Iraq a capo dell'Oil for food dal '98 al 2000, anno in cui si dimise dall'incarico definendo gli effetti dell'embargo un genocidio, dichiara: "fermiamo la guerra del petrolio, è una minaccia per tutti noi". Scott Ritter era ispettore capo dell'UNSCOM: si è dimesso nell'estate del 1998 per protesta, perchè tra gli ispettori della commissione per il disarmo vennero individuate delle spie. Perchè è questo il motivo per cui gli ispettori Onu vennero ritirati dall'Iraq. Lo stesso Ritter ha dichiarato che l'Iraq è qualitativamente disarmato e non in grado di riprendere la produzione di armi non convenzionali. Le prove della pericolosità mondiale dell'Iraq non esistono. Le prove del genocidio terroristico provocato dall'embargo sono sotto gli occhi di chiunque le voglia vedere. L'Iraq non è Saddam. L'Iraq è un popolo martoriato soggiogato da una dittatura, dittatura non invisa all'occidente quando questa svolgeva una funzione anti-iraniana. L'Iraq è un paese che galleggia sul petrolio. E il petrolio è essenziale per noi occidentali, per noi 20% della popolazione mondiale che consumiamo l'80% della ricchezza globale. E allora alcuni (pochi ma potentissimi) premono per fare una guerra preventiva e salvare il mondo da Saddam. Tutti sanno che le vittime delle guerre di oggi, le guerre intelligenti, sono per il 90% civili e per il 30% bambini. Ne consegue che la guerra è uno strumento non solo criminale ma stupido. Uno strumento che non funziona. Chi assumerebbe un farmaco che 90 volte su 100 uccide e non salva? Quale senso avrebbe? Eppure questa e solo questa è la guerra: corpi dilaniati, viscere per terra, cervelli spappolati, sangue e merda. Questi i dannati effetti collaterali che i media si guardano bene dal mostrarci. Questa la sporca verità dietro le mille bugie raccontate a ripetizione per farci il lavaggio del cervello. E davanti a tutto questo non si può tacere. Non si può stare a guardare. M.L. King diceva: "mi preoccupa il silenzio degli onesti", "vi sono dei momenti in cui il silenzio è un tradimento". Quel momento è adesso. Pacifista è chi pensa che la giustizia e la pace siano le uniche risposte. Pacifista è chi pensa che la giustizia e la pace non siano sciocche e vane utopie che vagano nell'iperuranio ma che al contrario siano possibili e realizzabili e che diversamente nessun mondo sarà possibile. Diversamente vi sarò spazio solo per l'autodistruzione. Pacifista è chi pensa che il politico non sia il cinico principe di macchiavelliana memoria che ritiene lecito ogni mezzo pur di raggiungere e mantenere il potere. Pacifista è chi pensa che la politica, quella vera, debba fondarsi su alcuni valori o convinzioni che dir si voglia. Il primo e incontrovertibile valore è la vita: ciascuno di noi ha diritto alla vita per il semplice fatto di essere venuto al mondo. La guerra è la negazione della vita e della politica, la resa ultima e inappellabilmente colpevole. Il pacifismo alla Gino Strada è il pacifismo di chi ha visto la guerra e ha capito che l'unica cosa che c'è di civile in guerra sono le vittime. E' il pacifismo di chi conosce e convive ogni notte con la pietà che ti travolge insieme ai conati nel dover cercare di salvare un esserino che non ha più alcuna parvenza umana ma rassomiglia piuttosto ad un fagotto sfilacciato. E' il pacifismo di chi appunto perchè conosce bene la guerra la odia dal profondo e per questo ha fondato un'associazione che per statuto si propone di curare le vittime delle guerre e di promuovere una cultura di pace. E' il pacifismo di chi, insieme a tanti ma tanti altri, si impegnerà perchè l'Italia resti fuori dalla guerra all'Iraq. E' il pacifismo di chi ama e vuole la pace, l'unica strada possibile. Il pacifismo vero, quello che farà in modo che l'Italia resterà fuori da questa ennesima dannata sporca guerra.

 

 

Tratto da Peacelink, 20 Ottobre 2002