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APPELLO

Ingiustizie di guerra

 

Siamo uomini e donne che hanno un sogno in comune: un mondo più giusto.
Questa necessità per l'umanità si allontana ogni volta che la comunità
internazionale si illude di risolvere i problemi di pace e di sicurezza
mettendo in campo la guerra e gli armamenti.
La metà dei soldi usati nel primo mese di guerra sull'Afghanistan avrebbero
consentito a 20 milioni di esseri umani di quel paese di vivere in
prosperità e ricchezza per tutto il resto della loro vita. Con il 3% dei
fondi destinati alla militarizzazione dei soli e delle stelle, il cosiddetto
scudo spaziale, potremmo dare acqua potabile a chi oggi vede preclusa questa
vitale possibilità. La guerra non è solo ciò che distrugge od uccide con le
armi: tanta intelligenza, tanta cultura scientifica, tante risorse
finanziarie bruciate per la morte anziché per la vita.
Il terrorismo è nostro nemico. Solo la pace può sconfiggerlo. Esso si annida
e si nutre nelle tante aree di sofferenza prodotte da un sistema ingiusto.
Esso è protetto nei paradisi fiscali, nel riciclaggio di denaro sporco, dai
trafficanti di armi, dai rialzi e dai crolli delle borse. Esso si è istruito
nelle principali scuole militari dei paesi che contano, ha imparato a
colpire con ferocia nella tante guerre per procura combattute per impedire
la libertà e la dignità dei popoli.
Esso non teme la guerra; che ne è invece il brodo di coltura. Teme
l'edificazione di un sistema di pace, dove la ricchezza del mondo sia
distribuita più equamente, dove la convivenza sia non solo possibile ma
divenga l'essenza stessa della comunità umana. All'orrore dell'11 settembre
non si può rispondere con la sospensione dei diritti civili, con la
restrizione delle libertà democratiche, con la riabilitazione della tortura
e l'istituzione di tribunali speciali senza diritto di difesa. La democrazia
che snatura se stessa per combattere i propri nemici, finisce per negare se
stessa.
Fermiamo la fabbrica dell'odio, mobilitiamoci per la pace. Taleban ed
Alleanza del Nord, il rischio di cadere dalla padella alla brace è
altissimo. In mezzo vi è un popolo di profughi che viaggia senza meta, tra
campi pieni di mine e bande di armati e di sciacalli. E' a loro, che hanno
conosciuto 25 anni di guerra, che va il nostro pensiero. E' alle donne
afghane, sepolte nel burqa e dall'oscurantismo, alle donne afghane che
resistono e si battono per la pace, i diritti, la democrazia che va il
nostro sostegno e solidarietà. E' alle organizzazioni umanitarie, alle Ong,
ai tanti ed alle tante che in condizioni difficili difendono la dignità
dell'umanità che va tutto il nostro appoggio.
Di loro c'è bisogno. Non di portaerei, truppe e di altre armi. Contro ogni
guerra di civiltà, difendiamo il valore della convivenza, i diritti dei
migranti e dei rifugiati, battiamoci perché le nostre comunità siano
accoglienti e libere da ogni forma di razzismo. Perché il frutto della pace
sarà la giustizia. Quello della guerra ancora altra guerra.
Mobilitiamoci per la pace. Il 10 dicembre, 53 anniversario della
dichiarazione dei diritti umani saremo a fianco di tutti quelli che ogni
giorno - e ovunque - si impegnano per i diritti umani. Come in Palestina e
in Israele dove andremo a fine anno a sostenere chi si impegna per la pace.
E ricordiamo, inoltre, la scelta di chi il 14 dicembre, rispondendo
all'appello del papa farà una giornata di digiuno per sostenere i valori
della pace.
Invitiamo tutti coloro che condividono questo appello ad incontrarsi il
prossimo 17 dicembre alle 15.30 a Roma alla sala della Protomoteca del
comune di Roma per discutere come portare avanti il nostro impegno per la
pace e la giustizia (il mattino, alle ore 10.00 all'aula magna della Facoltà
di Lettere di Roma, a La Sapienza, i firmatari dell'appello si incontreranno
con gli studenti dell'Università).

Alex Zanotelli, Pietro Ingrao, Vittorio Agnoletto, Fulvia Bandoli, Riccardo
Barenghi, Tom Benetollo, Marco Bersani, Fausto Bertinotti, Luigi Bettazzi,
Luca Casarini, Luigi Ciotti, Alessandro Curzi, Peppe De Cristofaro, Tonio
Dell'Olio, Domenico Gallo, Maurizio Gubbiotti, Flavio Lotti, Fabio Lucchesi,
Francesco Martone, Giulio Marcon, Alessandra Mecozzi, Luisa Morgantini,
Giorgio Nebbia, Sabina Siniscalchi, Pierluigi Sullo.

Per informazioni: tel. 0685355081 email: icsuffroma@tin.it

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