Adesso Online

 

Intervista a Vincenzo Paglia

Vescovo di Terni Narni Amelia e esponente della Comunità di Sant'Egidio

 

 

di Arnaldo Casali

 Lei è alla sua seconda GMG come Vescovo. Quale è il tema che i giovani di tutto il mondo hanno affrontato insieme quest’anno?

“Il tema è basato sul vangelo di Matteo “voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” e continua le tematiche che il Papa lancia nel mondo giovanile come a delineare quale è la vocazione della Chiesa e dei giovani in particolare. All’inizio di questo millennio dire ai giovani “voi siete il sale della terra” è una chiamata ma anche una sfida. In un mondo in cui la vita è sempre più scipita e la luce sempre più fioca, coloro che hanno prospettive più lunghe devono riflettere molto sul senso stesso della loro vita e della missione. Dopo l’11 settembre ognuno rischia di rinchiudersi in sé stesso, sia personalmente che nella famiglia o nel proprio paese. Questa frase evangelica ci dice invece con chiarezza che non si vive per sé. Il sale serve a rendere saporito il cibo. La luce serve ad illuminare. Quindi trovo particolarmente significativo che la prima GMG del nuovo millennio richiami i giovani alla grande, affascinante e terribile responsabilità di rendere la vita più saporita e il cammino più luminoso”.

Che significato assume l’incontro tra un Papa sempre più anziano  e malato con i giovani?

“In questa alleanza vedo una prospettiva per il futuro: quello che dobbiamo individuare, anzi, disegnare è il legame tra queste due generazioni per costruire un mondo nuovo. Bisogna costruire un futuro nuovo nel rapporto tra la maggioranza della popolazione, che è anziana, e coloro che si affacciano alla vita. Davvero il futuro di Terni e dell’Umbria, come dell’Italia e dell’Europa, è in questa capacità di legarsi tra generazioni che sono certamente diverse, ma forse proprio per questo, hanno bisogno di trovare forme di dialogo e collaborazione per costruire una società che sia davvero una società più umana, dove queste sponde estreme riescono a forzare quell’individualismo che rischia di soffocare la vita di tutti”.

Come due anni fa a Roma lei ha tenuto delle catechesi. Di cosa ha parlato ai giovani italiani a Toronto?

“L’argomento è l’energia che scaturisce dalla parola di Dio e l’Eucarestia per creare un mondo nuovo. L’energia per cambiare il mondo e la storia non risiede naturalmente nei giovani. Basti pensare alla spinta all’autodistruzione della tossicodipendenza o delle stragi del sabato sera. Allora penso sia importante che i giovani riscoprano la forza del Vangelo, la forza di un’utopia che – come il Papa ha scritto nel suo messaggio –“vi consentirà di confortare le persone che soffrono e di portare la pace al mondo. Sono tante le persone ferite dalla vita, escluse dallo sviluppo economico, o che si perdono dietro false illusioni e hanno smarrito ogni speranza”. Il Vangelo ci aiuta ad avvicinarci a queste persone, a curarle, sostenerle, anzi direi addirittura a guarirle perché anch’esse possano insieme a noi incamminarsi verso questo nuovo secolo con maggiore speranza. Questo è il tema delle catechesi che voglio svolgere tenendo presente che viviamo in una società delle diversità, che per noi credenti diventano un’opportunità per crescere nell’amicizia e nella fraternità tra tutti”.